L’Ordène de Chevalerie

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Da più di 30 anni la Casa editrice Il Cerchio, sotto la supervisione del grande medievista Franco Cardini, sta proseguendo un ambizioso programma di traduzione e divulgazione delle più importanti fonti sulla spiritualità cavalleresca europea, siano esse collegate ai grandi cicli letterari noti come “Materie”, maxime la “Materia di Bretagna” accanto a quella “di Francia” e “di Roma”, sia connesse alla storia dell’Istituzione della Cavalleria e dei grandi ordini Cavallereschi nati all’epoca delle Crociate.

È in questo contesto che questo prezioso testo in versi viene per la prima volta tradotto in un’edizione filologica in lingua italiana corrente, ed in tal modo presentato ai cultori della tradizione cavalleresca e dei tanti lettori appassionati della cultura medievale europea.

Viene in effetti da chiedersi ancora una volta, e sempre opportunamente, per quale ragione in un XXI secolo che non manca di problemi specifici e propri rimanga sempre più forte e diffusa l’attenzione verso i diversi aspetti della cultura di quel lungo Medioevo che in Italia inizia con la caduta delle istituzioni dell’Impero Romano d’Occidente, fra V e VI secolo, e termina quasi mille anni dopo con il XVI secolo ed il “Rinascimento”; da un lato almeno in Italia, ma anche in Francia, in Spagna ed in Germania, ciò si spiega anche grazie alla sopravvivenza diffusa di contesti urbanistici tipicamente medievali, che nella nostra penisola rimandano compattamente alla grande stagione storica che dal sorgere dei liberi Comuni giunge alla nascita delle Signorie, e su cui Gioacchino Volpe ha scritto pagine ancor oggi importanti.

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Di fatto, in quel tempo la Cavalleria, nella sua complessa articolazione sociale e di ceto su cui ha scritto mirabili pagine Franco Cardini, è un’istituzione che non solo è stata coralmente riconosciuta come una delle tre architravi dell’immagine ideale della Societas Christianorum dell’Età di Mezzo (accanto ai sacerdoti o oratores ed agli artigiani/contadini, i laboratores, i bellatores erano appunto i Cavalieri), ma nei tempi della sua fioritura (XI-XVI secc.) ha saputo secernere una propria ed altrettanto complessa cultura (spesso tramandataci come “cortese”) che per secoli, e ben al di là della fine dell’Età di Mezzo, ha impregnato la visione del mondo delle élites europee dall’Irlanda alla Terrasanta e dalle Spagne al Mar Baltico, suscitando inoltre nella società del tempo una diffusa ammirazione che ancor oggi continua a mantenere in vita un fascino indiscusso ed un larghissimo interesse popolare, proprio – paradosso apparente e ancor più provocatorio – nel contesto di un mondo quasi completamente desacralizzato come ci appare, forse a torto, l’occidente del terzo millennio.

È conveniente all’uomo saggio parlare,
poiché si può molto acquisire,
chi a sua volta si metterà in gioco,
mai dovrà temere d’esser tacciato di follia…

L’essenza, e pertanto i simboli e le ritualità della Cavalleria cristiana, culminanti nella cruciale cerimonia di Investitura che segna l’ingresso del postulante (o “Scudiero”) all’interno dell’Ordine della Cavalleria, sono l’oggetto di questo testo – l’Ordène de Chevalerie (“Iniziazione al Cavalierato”) – lasciatoci da un anonimo poeta in lingua d’oil attivo nel XIII secolo.

… un Re che in terra pagana
fu un tempo di gran Signoria
e fu un molto leale Saracino:
il suo nome è Saladino

La morte di Ugo di Tabaria in un manoscritto del XIV secolo

È appunto attraverso la finzione letteraria di un serrato dialogo fra il Cavaliere crociato Ugo di Tabaria, modello di ogni coscienza e virtù cavalleresca caduto prigioniero del Saraceni, ed il Saladino, a sua volta modello di virtù etiche limitate solamente dal suo non esser Cristiano, che vengono presentati al lettore in un’agile forma rimata le fondamenta spirituali, le valenze simboliche dei diversi aspetti della pratica cavalleresca, le forme rituali essenziali della Via della Cavalleria cristiana.

Nella sua stringatezza poetica, l’Ordène de Chevalerie si eleva al rango dei maggiori testi di riferimento sulla Via Cavalleresca oggidì ben più noti al largo pubblico: il De Laude Novae Militiae di San Bernardo di Chiaravalle (di cui ancora Franco Cardini ci ha lasciato ultimamente una rinnovata versione ampiamente commentata), il Libro dell’Ordine della Cavalleria di Raimondo Lullo (per cui rimandiamo alla storica versione di Giovanni Allegra) e La battaglia e il saccheggio del Paradiso, o della Gerusalemme Celeste, di San Bernardino da Siena (anch’esso nuovamente tradotto e curato da Franco Cardini per Il Cerchio).

Adolfo Morganti

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Anonimo del XIII secolo
Ordène de Chevalerie
Etica e simbolismo della cavalleria medievale
Collana Homo Absconditus
A cura di F. La Cola, introduzione di F. Cardini
Il Cerchio, 2020