L’Abbazia di Montelabate, meraviglia dell’Umbria

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Una panoramica dell’abbazia di Montelabate, immersa tra le verdi colline umbre

La storia del monastero benedettino di S. Maria di Valdiponte in Corbiniano detta di Montelabate, inizia intorno al IX secolo.

Una bolla pontifica del 969 di papa Giovanni XIII dà ordine all’Abate Pietro di ristrutturare il monastero, situato in un punto strategico tra le città di Perugia e Gubbio, per farvi crescere un nuovo cenacolo benedettino secondo la “Regula monachorum o Sancta Regula”.

I secoli XI-XII costituiscono la fase di espansione massima della proprietà fondiaria e di affermazione della posizione egemonica del monastero su un vasto territorio: ad ovest il lago Trasimeno, a sud la città di Perugia, a est verso la diocesi di Gubbio e a nord, fino all’attuale Umbertide.

La cripta è la parte più antica dell’attuale struttura abbaziale e risale probabilmente alla prima metà dell’XI secolo.
Il chiostro si compone di due livelli. Il primo, come scritto in uno dei capitelli, fu terminato sotto l’abate Oratore (1205-1222), mentre il secondo fu aggiunto negli ultimi decenni del XIII secolo.
La sala del Capitolo era il luogo in cui i monaci si riunivano per dirimere le questioni importanti riguardanti la vita abbaziale.
L’ambiente preserva ancora affreschi di rilievo attribuiti al pittore denominato “Maestro di Montelabate”, protagonista della pittura perugina di fine Duecento.

Tra la seconda metà del ‘200 e gli inizi del ‘300 fu costruita l’attuale chiesa, più grande e in posizione sopraelevata rispetto alla precedente.
A navata unica, divisa in tre campate e con abside poligonale, ricalca il modello della Basilica Superiore di Assisi.

Il portale e il rosone sulla facciata sono attribuiti alla bottega del “Maestro ricamatore”, così chiamato per la sua spiccata propensione alla ricchezza decorativa, che operò al portale della basilica inferiore di Assisi. Fin dal ‘300 la chiesa ospitò importanti dipinti di Meo da Siena e dei suoi seguaci, oggi conservati alla Galleria Nazionale dell’Umbria.

Nel tardo Quattrocento, l’abbazia subisce un nuovo restauro, di cui sono testimonianza gli affreschi di Fiorenzo di Lorenzo e Bartolomeno Caporali.


Gli anni 1859-1860, con l’allontanamento dell’ultimo abate Alberico Amatori, determinano la chiusura definitiva del monastero. Il ricco archivio viene così archivio accolto nei depositi della Biblioteca Augusta di Perugia e le opere d’arte trovano posto nella Galleria nazionale dell’Umbria.

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Archi e colonne del chiostro dell’abbazia di Montelabate

Con l’unità d’Italia poi, il complesso diventò proprietà dello stato, per poi passare a diversi privati.

Fino al 1956, anno in cui la Fondazione Gaslini di Genova (ancora oggi proprietaria) acquistò l’intero possedimento esteso per 1824 ettari.

Recita lo statuto: “Scopo della Fondazione è quello di devolvere le proprie rendite e, occorrendo, i propri beni alla cura, difesa ed assistenza dell’infanzia, della fanciullezza ed in particolar modo al potenziamento dell’Istituto Giannina Gaslini”.

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