Due appuntamenti con il grande artista siciliano: Firenze ha riunito un suo straordinario polittico. E a Napoli si può ammirare il “Ritratto d’uomo”, che il 10 gennaio tornerà al Museo Civico di Palazzo Madama a Torino.
Antonello da Messina fu il primo artista del Bel Paese a usare la pittura ad olio. E il primo a concepire ritratti a tre quarti, quando tutti i pittori della sua epoca prediligevano quelli di profilo.
Un genio assoluto, capace di fondere nelle sue opere i volumi e le prospettive dell’arte italiana con la luce e il colore dei fiamminghi.
A Napoli, dal 5 dicembre al 10 gennaio 2016, nelle Gallerie di Palazzo Zevallos Stigliano, in via Toledo 185, sarà possibile ammirare il celebre “Ritratto d’uomo”, grazie a un prestito concesso dal Museo Civico d’Arte Antica di Palazzo Madama a Torino dove l’opera è abitualmente conservata.
Intanto la Galleria degli Uffizi di Firenze saluta la riunione di uno splendido polittico, dipinto dal maestro siciliano nella seconda metà del Quattrocento.
Nel meraviglioso museo fiorentino resteranno insieme per i prossimi quindici anni la “Madonna col bambino” e il “San Giovanni Battista” (già agli Uffizi dal 2002) e il “San Benedetto” di proprietà della Regione Lombardia e finora visibile in una sala del Castello Sforzesco di Milano. In cambio, il museo fiorentino ha concesso alla pinacoteca milanese la “Madonna col bambino e un angelo” del pittore bresciano Vincenzo Foppa.
È probabile che le tre tavole in origine appartenessero a una unica pala d’altare. Forse quella del monastero di Palma di Montechiaro, in provincia di Agrigento, dove risiedeva la beata suor Maria Crocifissa, una monaca in odore di santità celebrata da una iscrizione, ancora visibile, apposta sullo splendido polittico nel Settecento.
Alcuni storici dell’arte ritengono invece che l’opera sia stata realizzata per la Chiesa di san Giacomo a Caltagirone, nel Catanese, dove Antonello lavorò nel 1473.
Sul manto della “Madonna col bambino” è emersa la presenza dell’emblema di San Bernardino da Siena: il monogramma IHS inscritto in un sole raggiato, segno di un rapporto privilegiato dell’artista con gli ambienti francescani.