Istanbul, i nomi del destino

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Miniatura di BisanzioPer secoli Istanbul, la città che mescola il vento d’Asia con il profumo d’Europa, si chiamò anche Bisanzio. La colonia greca, fondata 600 anni prima di Cristo, poi divenne Costantinopoli, capitale di un impero che si estendeva su tre continenti, dalla Mesopotamia al Nord Africa e dal Mar Caspio all’Adriatico.

Un cronista bizantino, pensando ai ripetuti assedi che dovette subire, la definì “il luogo del desiderio universale”. Per il ventenne Maometto II che nel 1453 ne fece la capitale dell’impero ottomano diventò una dolce ossessione. Quel 29 maggio che segnò la fine della storia dell’impero romano d’Oriente, il sultano ammirò a lungo il sogno realizzato della sua giovane vita di conquistatore.

La città, costruita all’estremità di una penisola triangolare, era circondata da acque profonde che formavano una fortezza naturale e allo stesso tempo consentivano un facile accesso alle navi che salpavano verso il Mediterraneo, l’Africa e il Mar Nero. A nord, la capitale bizantina mostrava il suo famoso porto, lungo 6 chilometri e largo almeno mille metri, chiamato il Corno d’Oro per il colore dorato che assumeva con il sole calante.
Una triplice cinta di mura merlate, protetta da fossati e intervallata da 192 torrioni, abbracciava le strade e i quartieri, lungo un percorso di quasi 7 chilometri che saliva e scendeva a seconda delle asperità del terreno.

A sud il piccolo bacino interno del Mar di Marmara, univa l’Egeo con il Mar Nero. A Oriente, la stretta via d’acqua del Bosforo segnava con la sua linea blu il limite tra l’Asia e l’Europa. E all’interno le rotte commerciali tra i due continenti si incrociavano di continuo tra il Danubio e l’Eufrate.
Un centro e un confine. Un incrocio di storie e di civiltà. Una città di genti diverse e lontane che in periodi e idiomi differenti vollero dare un nome o un epiteto alla grande capitale.

Istanbul, foto bellaIstanbul, il nome di oggi, era usato dai turchi nella lingua quotidiana molti anni prima conquista di Maometto II: nasce da una espressione greca che racconta la meraviglia della comune destinazione dei popoli del mondo: “eis ten polin”, ovvero “verso la città”, la Polis per antonomasia, quella per cui non c’è bisogno di altri aggettivi. Così, con il nome Polis, la chiamarono i greci di 800 anni e la chiamano ancora i greci di oggi, anche se il termine ufficiale fu per secoli Konstantinoupolis Nèa Rome, la mitica Nuova Roma.

Secondo una tradizione armena riportata da Abraham di Ankara, Maometto II deformò il nome della capitale in Islambol (“abbondante di Islam” ) utilizzando l’assonanza con l’espressione “eis ten polin”. Come per Costantino anche per il sultano la rifondazione della Polis, la città per eccellenza, coincise con una conversione. La capitale e il suo impero, con l’imperatore passarono dal paganesimo al cristianesimo. E il sultano sostituì il cristianesimo con la religione di Allah.

Da Byzantion, l’antico insediamento ellenico che l’imperatore Costantino, alla ricerca di un secondo centro dell’Impero, decise di rifondare e di ribattezzare con il proprio nome (Costantinopoli) deriva anche il termine “bizantino” che usiamo ancora oggi ma che non esisteva nel Medioevo se non in modo episodico in alcuni documenti che indicavano comunque i soli abitanti della capitale dell’impero.

Loro, i cittadini di Costantinopoli, chiamavano se stessi “Romaioi “ perché si ritenevano i diretti discendenti della Roma dei Cesari. E così, con la parola “Rum” e cioè romani, venivano chiamati anche dagli arabi e dagli ottomani. Carlo Magno, che voleva rappresentare se stesso come l’unico successore degli imperatori di Roma, in ogni occasione continuò però a chiamarli “Greci”.

Ogni popolo aveva la sua Costantinopoli. Per i serbi, i bulgari e i russi era Zarigrado, la città degli imperatori. Altri genti di origine slava la chiamavano Michaelgrad. Gli armeni, quando parlavano con i loro parenti lontani, dicevano di vivere a Gosdantnubolis, la città fondata dall’imperatore Costantino.
Lo stesso facevano gli ottomani che nelle monete e in tutti i documenti ufficiali la indicarono come quasi sempre come Qostantiniyyeh. I letterati invece, approfittarono della licenza poetica per lodare la splendida Dar-i Se’adet, La Casa della Buona Sorte che godeva dell’ambita fortuna di ospitare il sultano.
Per i Persiani era Asitaneh, la Casa dello Stato e della legge. I cronisti medievali norreno-islandesi la descrissero con la parola Miklagarður che nella loro lingua voleva dire La Grande Città.

I nomi e gli epiteti si moltiplicarono, come in nessun altro caso nella storia. In lingue diverse si raccontò lo stesso carismatico centro di vita e di potere: Stambul, Kushta, Rumiyya al-kubra e Nuova Gerusalemme.

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Per i pellegrini medievali fu La Città d’Oro oppure la Città del Pellegrinaggio e anche Città dei Santi, La Regina delle Città e La Città custodita da Dio. Fino a diventare La Città millenaria, La Città degli Imperatori e “tout court” La Città delle Città.
Il mondo arabo coniò anche altre mirabolanti definizioni: Casa del Califfato, Trono del Sultanato, Porta della Felicità, Occhio del Mondo e Rifugio dell’Universo.
Istanbul, il nome di oggi, usato per secoli dagli ottomani, arrivò in modo ufficiale soltanto nel 1930, per volontà di Ataturk, il presidente della moderna Turchia che però volle trasferire ad Ankara la capitale dello Stato.

La città rimane una magnetica e vitale capitale del mondo: con più di 14 milioni di abitanti, se si considerano anche i quartieri asiatici, è il centro municipale più popoloso d’Europa.

L’arte e la storia, Bisanzio e Costantinopoli, gli imperi e la megalopoli, il grande passato e il rischioso futuro: tutto si mescola ancora nel luogo che tanto colpì l’immaginazione di Cosma, vescovo del X secolo: “Giungemmo a una città di bellezza inenarrabile. Le mura erano costruite di dodici filari e ciascuno era di una diversa pietra preziosa; le porte erano d’oro e d’argento. Entro le mura trovammo dorato il terreno, dorate le case, dorate le ville. La città era piena d’una luce ignota e d’un soave profumo…”.

Federico Fioravanti

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