Atenaide, l’enigmatica imperatrice Eudocia

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Angela Vignotto nel libro “Atenaide. L’Imperatrice Eudocia di Bisanzio” (Jouvence, 2021), indaga intorno all’intrigante ed enigmatica storia della figlia di Leonzio, un retore ateniese pagano. Convertita (non si sa con quanta convinzione iniziale) si fece poi fervente cristiana. Nel 421 sposò l’imperatore Teodosio II e divenne imperatrice cristiana con il nome di Eudocia. Bella e coltissima, impressionò la corte di Costantinopoli. E la sua autorità crebbe sino a offuscare quella della potente Pulcheria, sorella dell’imperatore. Partecipò alle lotte monofisite e sostenne Nestorio contro Cirillo che era protetto dalla cognata. Nel 438 si recò in pellegrinaggio a Gerusalemme. Tornò trionfante a Costantinopoli, ma entrò in conflitto con Pulcheria. L’accusa, pare falsa, di una relazione illecita con Paolino la fece cadere in disgrazia. Costretta ad allontanarsi, si esiliò a Gerusalemme da dove fino 456, anche dopo il concilio di Calcedonia (450), continuò a difendere con tutti i mezzi i monofisiti. Morì il 20 ottobre del 460.


La biografia più conosciuta sulla pagana Atenaide, divenuta imperatrice cristiana d’Oriente con il nome di Aelia Eudocia (Eudokia, in greco antico), è quella scritta dallo storico tedesco Ferdinand Gregorovius, pubblicata nel 1882 ed intitolata Athenaïs. Geschichte einer byzantinischen Kaiserin, che ci è nota nella sua traduzione italiana come Atenaide, Storia di una imperatrice bizantina.

Eudocia raffigurata come santa in una icona del X sec.

Il Gregorovius, partendo dalle informazioni presenti nelle diverse fonti storiche anche contemporanee alla nostra imperatrice, elabora una storia intrisa di sentimenti e riferimenti romantici nella quale, gli episodi più importanti ed attestati della nostra Atenaide/Eudocia, vengono sciorinati in un procedere misto tra immaginazione e contesti vissuti.

Lo storico introduce la figura di Atenaide partendo dalla sua famiglia, il suo trasferimento da Atene a Costantinopoli per far valere i propri diritti dopo un testamento lasciato dal padre ad esclusivo vantaggio dei due fratelli (per i quali, poi, non avrà rancore), l’incontro con l’Augusta Pulcheria e il colpo di fulmine dell’imperatore Teodosio il quale la impalmò dopo averla fatta battezzare con il nome di Eudocia.

L’autore prosegue con possibili situazioni e descrizioni della vita di corte alla quale la giovane dovette adattarsi, l’impegno per il miglioramento dell’università di Costantinopoli, l’interesse per le questioni religiose, fino ad arrivare al matrimonio della figlia Licinia Eudossia con l’imperatore d’Occidente Valentiniano III, ultimogenito di Galla Placidia.

E qui inizia la seconda fase della sua vita: l’incontro con la mistica Melania, il primo viaggio a Gerusalemme per sciogliere un voto e quella pausa nella città di Antiochia che le tributò grande successo.

Dopo un anno tornò trionfante a Costantinopoli: amata da tutti, conferisce cariche importanti ai suoi amici e, inevitabilmente, entra in contrasto con la cognata Pulcheria la quale si allontanerà anche un po’ dalla capitale non per colpa della nostra protagonista, come vogliono far credere alcuni storici spinti dalla passione per gli intrighi, ma per l’agire di un eunuco. Fino a quel fatidico giorno in cui la mela di Frigia, donatale dal suo consorte e regalata all’amico Paolino, uomo di fiducia anche dell’imperatore, fece un giro orario completo e tornò al mittente scatenando gelosie e dubbi nonché la morte dello stesso Paolino.

Eudocia raffigurata in un mosaico nella Cattedrale di Alexander Nevsky a Sofia (foto: Elena Chochkova)

Ed è a questo punto che inizia la terza ed ultima fase della vita di Eudocia, forse la più importante ma anche la più difficile e tormentata. Riparte per Gerusalemme ma, questa volta, non tornerà mai più.

Letterata e poetessa, immersa e coinvolta nelle questioni religiose, assurge a sostenitrice del monofisismo fino a tornare sulla “retta via” dopo l’intervento anche della figlia e del genero. La «seconda Elena», come verrà chiamata da alcuni storici, morirà nella Città Santa il 20 ottobre del 460.

Alla storia narrata da Ferdinand Gregorovius, ricca di emozioni e di pathos, dobbiamo però opporre la rivisitazione della vicenda operata da alcuni storici e, particolarmente, da Kenneth G. Holum, che, nel suo Theodosian Empresses, Woman and Imperial Dominion in late Antiquity, priva la storia del Gregorovius di ogni artificio o abbellimento arrivando ad analizzare oggettivamente le informazioni storiche con l’intento di spiegare tanti punti oscuri affinché “la Cenerentola” bizantina, come è stata più volte definita, possa finalmente liberarsi dalla favola ed acquisire una immagine più veritiera, chiara e definita .

Leggendo questa biografia ci si imbatterà, dunque, in fonti non sempre chiare ed esplicite e molto spesso contraddittorie alle quali si cercherà di porre rimedio con riferimenti agli studi che, negli ultimi anni, hanno elargito informazioni ed approfondimenti e rilanciato il grande interesse per questa misteriosa ed intrigante imperatrice ellenica.

Angela Vignotto

Angela Vignotto
Atenaide
L’Imperatrice Eudocia di Bisanzio
Jouvence, 2021
Per maggiori informazioni: scheda del libro

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