Santa Margherita, patrona delle coppie di fatto

da

Margherita

Margaritone D’arezzo, Tavola con gli episodi della vita di Santa Margherita di Cortona, fine sec. XIII, Museo Diocesano di Cortona

È la patrona delle “Maddalene”, anche se santa Margherita da Cortona con la Maddalena ha solo una cosa in comune: l’essere stata vittima di una secolare calunnia ad opera della tradizione cattolica.

Né Margherita, né Maria di Magdala sono infatti mai state prostitute. Eppure così le ricorda la Chiesa. Un po’ perché la figura della prostituta redenta è molto bella e funzionale alla pastorale cristiana, un po’ perché i preti hanno sempre avuto difficoltà a distinguere una prostituta da una donna “single”, e nessuna delle due era sposata.

Ma se tutto ciò che sappiamo della Maddalena è che è l’unica donna dei Vangeli ad essere identificata con la città di provenienza anziché con il nome del marito o del padre, di Margherita sappiamo tutto, forse troppo per non creare imbarazzo nei perbenisti.

Celebrata dalla Chiesa Cattolica il 22 febbraio, Margherita da Cortona è infatti l’unica santa della Storia che non solo non è mai stata monaca né suora, ma non era neppure sposata: conviveva.

Nata nel 1247 a Laviano, in provincia di Perugia, in una povera famiglia contadina, Margherita viene allevata – secondo la tradizione – tra mille angherie da una matrigna gelosa e bisbetica come quelle delle fiabe.

Bellissima, e quindi corteggiatissima, a 18 anni scappa di casa e va a vivere con un giovane nobile di Montepulciano di cui si è follemente innamorata.

Nonostante nove anni di convivenza l’uomo non la sposa, nemmeno dopo la nascita di un figlio, e finisce per essere assassinato. La tradizione vuole che sia un cagnolino a guidare la giovane compagna che ritrova il cadavere dell’amato in un bosco.

Cacciata dal castello dai parenti dell’uomo e ripudiata dalla sua famiglia, Margherita trova accoglienza a Cortona, città toscana dove era nato frate Elia Bombarone, il primo ministro generale dell’ordine francescano, che – pur finendo scomunicato e considerato da molti ‘traditore’ di Francesco stesso – ha lasciato nella città toscana una traccia molto robusta del Poverello di Assisi.

Innamoratasi dell’ideale francescano, Margherita lavora come infermiera per le partorienti, educa il figlio – che si farà poi frate minore – e si dedica agli ammalati poveri.

Prende con sé alcune volontarie che si chiameranno “Poverelle”, promuove l’assistenza gratuita a domicilio dei malati e riesce a coinvolgere anche le famiglie nobili della zona, che mettono a sua disposizione somme ingenti con le quali nel 1278 riesce a fondare l’ospedale della Misericordia. L’assistenza è assicurata dalla confraternita delle Poverelle e dai Mantellati, per la quale Margherita – divenuta una Madre Teresa ante litteram – ha scritto gli Statuti di chiara impronta francescana.

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L’urna di Santa Margherita, nella basilica dedicata alla santa, a Cortona

Scende anche in piazza, quando è necessario, per pacificare gli animi e per rasserenare il turbolento clima politico del suo tempo. Vive un periodo da contemplativa e una domenica ricompare a Laviano, per raccontare in chiesa, durante la Messa, le sue vicende giovanili chiedendo perdono.

A Cortona spesso la gente va da lei, nella cella presso la Rocca dove si è stabilita nel 1288: chiede il suo intervento nelle contese cittadine e nelle lotte con altre città e nel 1289 è tra coloro che danno vita alla Confraternita delle Laudi. Morirà a Cortona nel 1297, a cinquant’anni di età.

Con dubbio gusto, la Chiesa l’ha fatta patrona delle prostitute redente. In realtà Margherita, con le prostitute – redente o meno – non ha mai avuto niente a che fare. Ma l’antico detto “Margherita da Cortona, che prima di fare la santa faceva la puttana” ci suggerisce la poca tenerezza provata, dalla Chiesa, nei confronti della sua tormentata storia d’amore.

Da sottolineare che Margherita non solo non era una prostituta, ma nemmeno una “ragazza facile”: la sua unica colpa era stata quella di innamorarsi di un uomo che non volle mai regolarizzare la loro unione; più che delle prostitute, quindi, dovrebbe essere patrona delle coppie di fatto.

Arnaldo Casali

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