Augusto Ancillotti

Professore ordinario di Glottologia a riposo, ha insegnato Glottologia e Linguistica Generale in tre Università, Milano, Mogadiscio e Perugia, dove è stato anche prorettore e presidente del corso di laurea in Scienze della Comunicazione. Nell’ambito della ricerca scientifica si è occupato di teoria della linguistica genetica e di formazione delle lingue indeuropee (cassitico, trace, umbro).

È autore di un centinaio di pubblicazioni accademiche, tra cui un manuale universitario (Elogio del variabile. Introduzione alla linguistica storica (Guerini e Associati, 2005)  e la traduzione completa e commentata delle Tavole Iguvine (Augusto Ancillotti – Romolo Cerri, Le tavole di Gubbio e la civiltà degli Umbri, Edizioni Jama). Si è dedicato al recupero delle tracce linguistiche dell’età del bronzo italiana nascoste nelle lingue storicamente susseguitesi: Alcuni tratti del paleoumbro, in “Gli Umbri in età preromana” (27° Convegno dell’Istituto Nazionale di Studi Etruschi e Italici, Perugia, Gubbio e Urbino 27-31 Ottobre 2009, Pisa-Roma 2014).

Tra gli altri suoi lavori, Forme e strutture della religione nell’Italia mediana antica (Perugia-Gubbio 2011), Atti del 3° convegno IRDAU (a cura di Alberto Calderini, 2016) e Alle origini della vinificazione in Italia. Una prospettiva glottologica, in Il vino e la vite come paradigma della diversità culturale tra oriente e Occidente (Fondazione Lungarotti , 2014).

L’impegno alla divulgazione del contenuto delle Tavole di Gubbio lo ha spinto ad usare anche lo strumento della scrittura d’evasione: ha così pubblicato Pane di farro (Jama, 2015), e La mano del dio (Jama, 2016) e ha anche messo in scena due pièces teatrali: E fusero le parole sacre nel bronzo …  e Le parole venute dal passato. Tutte forme, in verità, di didattica mascherata.

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