Verso Santiago, in abiti trecenteschi

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Il cammino è iniziato il 15 settembre 2018

La grande avventura è finalmente cominciata. Marina e Francesca hanno dato il via al loro insolito Cammino verso Santiago de Compostela in abiti storici. È il primo esperimento di living history di questo tipo: le due donne si sono messe in marcia accompagnate da una asinella, utilizzando esclusivamente vestiti e strumenti trecenteschi. Unica concessione al XXI secolo è un tablet, con il quale hanno iniziato a raccontare questa incredibile esperienza sin dai primi preparativi.

Marina Mascher, guida turistica di Bolzano e Francesca Baldassari, sarta storica e rievocatrice di Sarzana, specializzata in abiti medievali – entrambe 55enni – si sono cimentate nell’insolito progetto per realizzare un desiderio di Achille, il marito di Marina, scomparso cinque anni fa.

“Sappiamo che sarete con noi ad ogni passo – scrivono sul blog duedonneeunasino.com aspetterete notizie, vivrete con noi ogni giornata. Con noi porteremo i pensieri e le speranze che ci avete affidato, ci sospingerete quando i piedi faranno male e sarete la risposta migliore alla domanda: ‘Perché siamo qui a marciare’?”.
Dopo mesi di preparazione ora il grande momento è arrivato: “Abbiamo chiuso le valigie, serrato la porta di casa, salutato persone. Il 15 settembre è iniziata la marcia a ritroso nel tempo, ma ancora lo spostamento prevede mezzi diversi dalle nostre scarpe: innanzitutto dei treni per arrivare al primo appuntamento”. Quello tra le due donne che vivono molto lontano tra loro e che si sono conosciute quindici anni fa in una rievocazione storica.

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Il beutelbuch, un libro da portare alla cintura

La prima immagine postata all’inizio del viaggio è un Beutelbuch, libro da portare alla cintura. “L’abbiamo trasformato nel taccuino in cui prendere appunti sul nostro viaggio. Mi è sembrato il posto più bello per questa lettera “C” ricevuta in dono. C come coraggio, ma anche come Cammino, compagnia, condivisione”.

Se un libro le accompagnerà fino alla meta, quelli che sono serviti a preparare quest’esperienza sono moltissimi: “Libri presi da qualche scaffale di casa, libri comprati per l’occasione, libri donati da amici, libri che stavano ad attendere proprio noi in qualche punto di book crossing. Tante pagine lette avidamente, sfogliate di corsa, riprese dopo tanto tempo, oppure tenute da parte per quando si tornerà. I libri sono sempre dei buoni compagni, anche quando non raccontano tutto quello che ci si attendeva”.

Tra quelli citati dalle due pellegrine La leggenda aurea di Jacopo da Varagine, Lexikon der Heiligen di Erhard Gorys, Santi di Rosa Giorgi, la Guida del pellegrino di Santiago, il Libro quinto del Codex Calixtinus del secolo XII, e ancora Pellegrini del Medioevo. Gli uomini, le strade, i santuari di Raymond Oursel, Viaggiare nel Medioevo. Dall’ospitalità alla locanda di Hans Conrad Peyrer,

Il viaggio nel Medioevo di Jean Verdon, Chemins de Compistelle. Trois récits de pèlerins partis vers Santiago 1417 – 1726 – 1748 di Nompar de Caumont, Guillaume Manier e Jean Bonnecaze, In viaggio con l’asino di Andrea Bocconi e Claudio Visentin, Quello che le guide non dicono. Lettera a un giovane che parte per Santiago de Compostela di Manuel Belli, Il mondo a piedi. Elogio della marcia di David Le Breton e ancora Santiago e nuvole. Le fantasticherie di un pellegrino solitario di Stefano Scrima, e moltissimi altri. Francesca e Marina citano anche un film: Il cammino di Santiago di Emilio Estevez.

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Le due rievocatrici con l’asinella Todra

Il percorso che le due rievocatrici stanno seguendo è il Camino francés, uno dei quattro itinerari principali. “Quello più settentrionale, la via Turonense, era legato a Tours, la città di cui era stato vescovo San Martino. Seguiva la via Lemovicense o di Limoges e poi la via Podense, ovvero di Puy. Tutte si riunivano a St. Jean-Pied-de-Port e varcavano i Pirenei verso Roncisvalle”.

Dal sud arrivava la via di Saint-Gilles o meglio Tolosana o ancora d’Arles, che era anche quella percorsa dai pellegrini che giungevano dall’Italia. Il valico verso la Spagna era quello del Somport. Attraversati i territori aragonesi, si congiungeva al Camino francés all’altezza di Puente de la Reina. “Ancor oggi la parte francese è costellata da chiese ed abbazie che ricordano quei tempi”.

Francesca e Marina hanno preso il volo verso la Francia, equipaggiate di scarpe medievali che erano state confezionate dallo stesso Achille e del classico cappello da pellegrino: il pètaso, così detto perché richiama il copricapo portato da contadini e viandanti nell’antica Grecia, spesso raffigurato in testa al dio Ermes: si tratta di un cappello a larghe tese, di feltro scuro, da allacciare sotto il mento, che protegge dal sole cocente ma anche dalle intemperie, spesso adornato dalla capasanta, che lo rendeva immediatamente riconoscibile.

L’esordio di questo magico viaggio, in realtà, è stato scarsamente romantico e con problematiche assai poco medievali: durante il volo, infatti, si sono persi i bagagli sia durante lo scalo a Parigi sia a Pau, da dove è partito il cammino. E dove, nella fattoria di Bibane, Francesca e Marina hanno conosciuto l’asinella Todra: è l’unica ad avere già fatto il percorso verso Santiago e sarà quindi la vera guida di questa fantastica avventura.

Arnaldo Casali

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