La nascita dell’Università

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Lo scriptorium in una miniatura del secolo VII

In principio era lo scriptorium: una stanza fredda, buia, silenziosa, dove il monaco studia in solitudine su antichi codici.

Poi, con il passare dei secoli, piccoli gruppi di maestri laici ed ecclesiastici iniziano a riunirsi nei centri abitati per dare lezioni di diritto, arti e teologia mentre a Salerno, nel IX secolo, si va formando lentamente una vera e propria scuola di medicina.

Niente a che fare con l’Accademia Platonica o con i Simposi della Grecia Antica: quelli che insegnano a Salerno sono uomini e donne privi di cultura letteraria ma forniti di grande esperienza pratica che si tramandano oralmente, ma la loro fama è tale da trasformare la “Scuola medica” in un centro di eccellenza internazionale, al quale iniziano ad accorrere da tutto il Mediterraneo studenti di ogni nazionalità e cultura. Nasce anche una leggenda che ne spiega l’origine narrando l’incontro – in una notte di tempesta – tra il pellegrino greco Pontus, il latino Salernus, l’ebreo Helinus e l’arabo Abdela che, scambiandosi le reciproche conoscenze sull’arte medica, avrebbero dato vita al sodalizio destinato a formare i grandi medici del Medioevo sposando i segreti delle grandi culture del tempo.

La prima scuola di diritto nasce invece a Parma nel 962, quando l’imperatore Ottone I con un decreto conferito al vescovo Uberto, sancisce l’istituzionalizzazione di una scuola superiore indirizzata alla formazione della professione notarile, richiamando studenti anche dai paesi d’oltralpe.

Se in molti vedono nella Scuola medica salernitana il primo esempio di facoltà scientifica e in quello di Parma una vera e propria istituzione universitaria, di fatto il primo Ateneo ufficiale dell’Occidente nasce a Bologna nel 1088; quantunque anche in questo caso si tratti di una data convenzionale, stabilita nel 1888 da una commissione presieduta da Giosuè Carducci. I primi statuti dell’Università di Bologna risalgono infatti al 1317, anche se è certo che già nell’XI secolo esistesse una fiorente scuola giuridica destinata a diventare la prima università. Beninteso, prima d’Europa: perché a livello mondiale, Bologna non arriva prima e nemmeno seconda.

Le prime due università della storia moderna, infatti, nascono entrambe in Africa ed entrambe nel contesto della cultura islamica. E la cosa ancora più sorprendente, è che la più antica istituzione educativa al mondo è stata fondata da una donna: è l’Università di al-Qarawiyyin, a Fès, in Marocco, costituita nell’anno 859 e ancora oggi uno dei principali centri spirituali ed educativi del mondo.

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La fondatrice è Fatima, figlia di un ricco mercante chiamato Muhammad al-Fihri. Come la sorella Maryam, Fatima era molto istruita e aveva ricevuto una ricca eredità dal padre, che aveva voluto destinare alla costruzione di una moschea per la comunità di Qayrawanesi (al-Qarawiyyūn). Oltre che luogo di culto, la moschea diventa presto sede di istruzione religiosa e di discussione politica, estendendo gradualmente l’istruzione ad un gran numero di materie, e in particolare le scienze naturali e la filosofia.

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Vista dal cortile della moschea-università al-Qarawiyyīn di Fez (Marocco), la prima jāmiʿa, fondata nell’859

L’università guadagna il patronato del sultano che – nel 1349 – fonda la biblioteca dove viene raccolta una vasta selezione di manoscritti, tra i quali figurano la al-Muwattaʾ di Malik ibn Anas, scritta su una pergamena di gazzella e la Vita del Profeta di Ibn Ishaq.
Non si tratta di un’accademia esclusivamente religiosa, comunque: oltre al Corano e alla Fiqh (la giurisprudenza islamica), tra le materie di studio ci sono grammatica, retorica, logica, medicina, matematica, astronomia, chimica, storia, geografia e musica.
All’Università al-Qarawiyyīn si formano molti studenti destinati ad influenzare la storia accademica e intellettuale del mondo e non solo musulmano: tra i suoi studenti più celebri figura il filosofo e teologo ebreo Ibn Maymūn, meglio noto come Maimonide, nato nel 1135 e morto nel 1204.

La seconda università a sorgere è invece quella di al-Azhar (letteralmente “La luminosa”) al Cairo, uno dei principali centri di insegnamento religioso dell’Islam sunnita, fondata nel 970 dagli Imām fatimidi sciiti-ismailiti immediatamente dopo la conquista dell’Egitto da parte di Jawhar al-Ṣiqillī.
Pur essendo nata come centro di studio e insegnamento del credo sciita, dopo la riconquista dell’Egitto da parte di Saladino l’Università finisce per diventare la più prestigiosa sede di elaborazione del pensiero sunnita, e comprende anche una facoltà di Giurisprudenza basata soprattutto sull’insieme delle discipline giuridiche che fanno riferimento alla Shari’a.

Sul fronte accademico, quindi, l’Europa cristiana arriva con quasi mille anni di ritardo rispetto al mondo arabo-musulmano. E ci arriva in modo molto diverso: a fondare l’Università di Bologna, infatti, non è un’istituzione o un mecenate illuminato, ma gli studenti stessi. Già, sono proprio le matricole ad inventarsi l’Ateneo, organizzandosi in gruppi cittadini (universitates) o nazionali (nationes) che scelgono i docenti e li pagano attraverso una raccolta di donazioni, e tra loro c’è anche Graziano, autore del Concordantia discordantium canonum, il primo manuale di diritto canonico.

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Studenti raffigurati in un frammento dell’arca di Giovanni da Legnano. Opera di Pierpaolo dalle Masegne, 1383, Bologna, Museo medievale

I gruppi italiani, divisi in base alla città di provenienza sono detti “Intramontani”, mentre gli “Ultramontani” (ovvero che arrivano dal di là delle Alpi) sono raggruppati in base alla nazione di provenienza. Nel XII secolo sono ben diciassette le università intramontane e quattordici i collegi delle nazioni ultramontane, il più importante dei quali è quello di Spagna.
A testimoniare questa grande ricchezza culturale, nel palazzo dell’Archiginnasio che sarà sede dell’Università dal 1563, si può ancora oggi ammirare il più grande complesso araldico al mondo, che raccoglie quasi seimila stemmi studenteschi.

Nel 1158 Federico Barbarossa promulga la Authentica Habita con cui l’Università viene tutelata come luogo di ricerca e studio indipendente da ogni altro potere.
Il modello universitario bolognese è dunque basato su un’associazione di studenti legati tra loro da un giuramento e dotati di capi riconosciuti (i “rettori”) e dove ogni associazione fornisce ai propri membri varie forme di protezione e privilegi ed è incaricata del reclutamento dei docenti.

Lo stesso modello è quello su cui è basata la seconda università sorta in Europa e la prima del mondo anglosassone: Oxford, fondata ufficialmente nel 1096 da un gruppo di studenti divisi – come a Bologna – in base alla nazione di provenienza (con una rappresentanza del Nord che riunisce gli scozzesi e quella del Sud che comprende gli irlandesi e i gallesi). La grande svolta, l’Ateneo inglese, la conosce però grazie al “privilegio al contrario” di Re Enrico II che, nel 1167, proibisce ai suoi sudditi di andare a studiare a Parigi costringendo gli intellettuali inglesi a concentrarsi su Oxford facendo crescere così rapidamente la nuova università.
Per favorire la crescita dell’Ateneo il Re concede ogni sorta di privilegi agli accademici e agli studenti arrivati da ogni angolo d’Europa, che finiscono inevitabilmente per entrare in conflitto con gli abitanti del piccolo villaggio.
La crescente arroganza degli studenti – divenuti dei veri e propri “signorotti” del luogo – è tale da arrivare a compiere rapine e omicidi, tanto che nel 1209 due accademici che avevano ucciso una donna vengono condannati a morte e giustiziati con il beneplacito di Re Giovanni Senzaterra.

L’esecuzione porta ad una sollevazione del corpo studentesco, una sospensione delle attività didattiche e una guerra contro i residenti che costringe gli accademici a fuggire altrove. Un gruppo di loro si trasferisce a Cambridge, dove fonda quella che sarà la seconda università del mondo anglosassone.
Anche qui l’istituzione privata viene presto riconosciuta dalle autorità: nel 1231 re Enrico III assegna a Cambridge sovvenzioni statali ed esenzioni dalle tasse e regolamenta la vita nel villaggio per evitare che si ripeta quanto accaduto a Oxford: vengono dunque puniti comportamenti irresponsabili dei giovani ma allo stesso tempo ne viene garantita la protezione verso canoni di affitto eccessivi. Una bolla pontificia di papa Gregorio IX da poi il permesso ai laureati di Cambridge di insegnare in qualunque Paese cristiano.

Intanto in poco tempo anche Oxford si riorganizza per tornare più grande, ancora più forte e tutelata di prima, tanto che il 10 febbraio 1355 si arriverà ad una vera e propria guerra civile tra città e università, da cui l’Ateneo uscirà con 63 morti ma ancora maggiori tutele e privilegi da parte del Governo.

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Lezione di Filosofia. Miniatura dalle Grandes chroniques de France, fine XIV secolo, Castres, biblioteca municipale

È invece completamente opposto, rispetto a Bologna, Oxford e Cambridge, il modello di Ateneo che si sviluppa a Parigi: a fondare la Sorbona nel 1170 non sono gli studenti ma i docenti, che si associano tra di loro e si occupano di regolare i corsi di studi, ponendosi come interlocutori delle istituzioni e ottenendo, a loro volta, il riconoscimento del Re Filippo II di Francia nel 1200 e di papa Innocenzo III nel 1215.

Nasce invece in Spagna, a Palencia, la prima università statale d’Europa: è il re Alfonso VIII di Castiglia su richiesta del vescovo Tello Téllez de Meneses, a fondare nel 1212 il primo ateneo spagnolo chiamando da Francia e Italia importanti insegnanti di arti e di scienze e pagandoli profumatamente. Anche troppo, profumatamente: quando, cinquant’anni dopo, i soldi finiscono l’Università di Palencia – dove si era formato uno dei più importanti santi del Medioevo come Domenico di Guzman – affonderà tra i debiti. In compenso l’esempio del primo ateneo spagnolo ispira altre università come quella di Salamanca (fondata nel 1218 e diventata la sua principale rivale) e quella di Vallodolid, che ne diventa l’erede ufficiale.

Intanto nel 1215 ad Arezzo è nata un’altra università destinata purtroppo a chiudere alla fine del Medioevo, mentre un’altra migrazione è quella che porta – nel 1222 – un gruppo di studenti e insegnanti dell’Università di Bologna in cerca di maggiore libertà accademica, a fondare un nuovo ateneo a Padova.

La prima università statale italiana viene fondata invece da Federico II a Napoli nel 1224.
L’imperatore scrive che lo scopo principale della nascita dello Studium Neapolitatum è quello di assicurare ai suoi sudditi la possibilità di studiare sotto lo sguardo dei propri familiari, ed evitare – quindi – lunghi e costosi viaggi in terre straniere.
Napoli viene scelta per la sua posizione accessibile e per il favore del clima, ma anche per una pacificazione politica: la città era stata l’ultima a piegarsi alle armate di Ruggero II e aveva resistito per tre difficili anni anche all’assedio di Enrico VI, padre di Federico II. D’altra parte l’imperatore ha anche la necessità di coltivare una nuova classe dirigente, funzionale alla sua burocrazia. Per evitare che i suoi sudditi vadano a studiare all’estero, Federico – che ha appena 30 anni – assicura loro una serie di agevolazioni a partire dalle spese di iscrizione più basse fino alle convenzioni per gli alloggi a prezzo fisso e alla possibilità di borse di studio per gli studenti più poveri e persino una mensa, affiancando – a scanso di equivoci – ai privilegi anche il divieto di andare ad insegnare o a studiare a Bologna. Al tempo stesso proibisce di iscriversi al nuovo Ateneo studenti stranieri, e soprattutto quelli provenienti dallo Stato Pontificio e dai paesi ostili all’Impero.
Quella di Napoli è anche la prima università italiana totalmente laica: la Chiesa, infatti, non ha alcun potere riguardo al reclutamento dei docenti.

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Le università nell’Europa medievale

Il Papa, da parte sua, risponde nel 1303 fondando l’Università più grande d’Europa, anch’essa statale e anch’essa laica: La Sapienza.
Il papa più teocratico e forse più discusso dell’intero Medioevo – il teorico della superiorità della Chiesa su qualsiasi altro potere – formalizza la fondazione dello Studium Urbis con la bolla In Supremae praeminentia Dignitatis il 20 aprile 1302, pochi mesi prima dell’umiliazione di Anagni e della morte.
Fino a quel momento a Roma gli istituti di istruzione superiore sono stati esclusivamente rivolti al clero di Roma. Tra questi c’è la Scuola capitolare Lateranense, a indirizzo teologico e giuridico, destinata alla formazione dei quadri direttivi del governo ecclesiastico, la Universitas Romanae Curiae, istituita a Lione intorno al 1245 e aperta agli impiegati della curia che, senza sede stabile seguiva la corte papale; gli Studi generali in teologia, tenuti dalla seconda metà del secolo XIII dagli Ordini mendicanti, erano invece riservati ai frati. Mancava quindi un centro di studi superiori aperto alla cittadinanza romana e destinato a formare la futura classe dirigente.
Bonifacio, che è tra i primi papi ad essersi laureato in un’Università (a Bologna), vuole dotare anche la sua città di una struttura simile, capace di offrire una formazione in tutte le discipline e aperta anche ai laici. Laici come lui stesso è stato, dopotutto, fino a 60 anni.
L’università municipale di Roma comprende tutte le facoltà con una forte presenza degli studi giuridici. Nasce come istituzione laica ma subisce inevitabilmente le ingerenze del papato risentendo, nei suoi primi decenni di vita, del clima turbolento che i moti politici e gli scontri tra le fazioni guelfa e ghibellina provocano a Roma.
I finanziamenti iniziali giungono dalla tassazione del vino forestiero, oltre che dalla munificenza di alcuni nobili romani; lo Studium Urbis acquista man mano importanza e prestigio e nella seconda metà del ‘400 il termine Sapientia viene usato nei documenti per indicare l’insieme di scuole e collegi riuniti nello Studium.

Appena tre anni dopo la fondazione della “Sapienza”, papa Clemente V con la bolla Super Specula sancisce ufficialmente la nascita dell’Università di Perugia, le cui facoltà di medicina e di legge esistevano in realtà già dagli inizi del Duecento, finanziate principalmente dal Comune.

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Una libreria dell’Università di Salamanca. Fondata nel 1208, è l’ateneo più antico di Spagna (l’Università di Palencia non esiste più) e uno dei più antichi d’Europa

Statale è anche l’Università di Firenze, fondata dalla Repubblica nel 1321, ma costretta quasi subito alla chiusura per riaprire poi nel 1349. Intanto, nel 1336, papa Benedetto XII tramite il nunzio apostolico Bertrando di Deux concede “la facoltà di nominare capitani delle arti, consiglieri, notai di curia e delle riformanze” al Comune di Camerino, costituendo un nuovo Ateneo. Ad esso seguiranno le università di Pisa (1343), Praga (1348) e Pavia (1361). Nel 1364 il re di Polonia Casimiro il Grande fonda l’Akademia Krakowska che nel XIX secolo diventerà l’Università Jagellonica (Cracovia); poi è la volta di Vienna in Austria (1365), Pécs in Ungheria (1367), Heildeberg (1386) e Colonia (1388) in Germania.

Alla fine del Medioevo saranno 54 le università sorte in tutto mondo, di cui 21 sul territorio italiano. Da Zara a Torino, da Louvain in Belgio a Uppsala in Svezia, da Copenaghen a Monaco fino a Valencia: la rivoluzione culturale innescata dall’età di mezzo agli inizi del Cinquecento è ormai compiuta ed è pronta a prendere per mano il mondo e portarlo nel futuro.

Arnaldo Casali

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