Corsa all’Anello. Narni celebra la sua storia

Un viaggio nel tempo tra tradizione e innovazione. Dal 24 aprile all’11 maggio Narni celebra l’edizione numero 57 della Corsa all’Anello. La manifestazione si concluderà in grande stile, come di consueto, con il suggestivo Corteo storico in notturna (sabato 10 maggio) e la spettacolare gara equestre fra i terzieri al Campo de li Giochi (domenica 11 maggio), quandoi cavalieri bianconeri di Mezule, rossoblù di Fraporta e arancio viola di Santa Maria si contenderanno l’ambito anello d’argento.

La Corsa all’Anello è il vero e proprio marchio di identità di una città che si rispecchia nella sua grande festa annuale, quasi avviluppandosi intorno alle proprie radici, orgogliosamente affondate nella storia. La rievocazione trova i suoi fondamenti negli Statuta Illustrissimae Civitatis Narniae del 1371, una riedizione di documenti che risalgono ad almeno cinquanta anni prima. Le fonti descrivono in modo minuzioso due dei più importanti appuntamenti previsti all’interno della manifestazione storica: la Consegna dei Ceri (Cap. CCX e CCXX, Libro I) e la Corsa all’Anello (Cap. V, Libro I e Cap. CCIVII). Entrambi i festeggiamenti sono in «honore et reverentia de lo Sancto Patrono Iuvenalis».
La Consegna dei Ceri ancora oggi si svolge ripete quanto avveniva nella seconda metà del XIV secolo: la sera del 2 maggio, alla vigilia della festa del patrono, gli anteposti delle Arti cittadine, i castelli assoggettati del vicino contado e le massime autorità cittadine, offrono il loro tributo al Capitolo della Cattedrale: libbre di cera (bianca, con stoppino di cotone, senza scarto di lavorazione dell’olio – Cap. CXXIV Libro III). Ceri di peso tanto maggiore, quanto era il peso sociale di chi li offriva.
Così sfilano Lanari, Funari, Molendini, Falegnami, Speziali e le altre corporazioni dell’Età di Mezzo. E i possedimenti narnesi: Configni, Rocca Carlea, Perticara, Vasciano… Insieme al vicario e alla famiglia del podestà. Tutti inchinati di fronte al rappresentante in terra di San Giovenale.

Nella giornata del 3 maggio, nel Trecento, Narni celebrava il più grande sfoggio di potere e ricchezza che la città potesse allora offrire, «a onore e reverenza del Gloriosissimo san Giovenale Martire, Patrono, Governatore e Difensore del Popolo e del Comune…».  Nella Platea Major, scendevano in lizza i migliori cavalieri narnesi, riuniti in brigate appartenenti ai Terzieri (le tre ripartizioni geografiche della città) nell’ordine stabilito di Mezule, Fraporta e Santa Maria. Una sfida vibrante: dovevano infilare con la loro lancia un anello tenuto sospeso tramite due corde all’altezza dell’antica chiesa di San Salvato e il Palazzo dei Priori. Il premio, allora offerto dalla comunità ebrea, era un anello d’argento («De Anulo argenteo currendo») del valore di circa 100 soldi cortonesi, corrispondenti a 2 fiorini d’oro.

Al giorno d’oggi, l’unica differenza è che l’anello, appeso ad un’asta, è di dimensioni ancora più piccole per accrescere la difficoltà, e che il premio non è più offerto dalla comunità ebraica.
É proprio intorno a questo appuntamento che il cuore storico della città si avvolge a quello spirituale con la solenne funzione religiosa, officiata dal vescovo, la mattina in cattedrale. La cerimonia si conclude con la processione solenne lungo le vie di Narni, con il busto del santo patrono portato a ricevere l’omaggio della intera città dai religiosi e da una piccola rappresentanza di cittadini narnesi abbigliati con abiti storici. Partire dalla antica storia della città per ricreare l’evento nell’età attuale nel modo più verosimile e spettacolare: è proprio questa la particolarità della rievocazione storica della Corsa all’Anello. Di conseguenza, l’atteso corteo cittadino altro non è che la trasposizione della processione religiosa in onore del santo patrono. Così come la Corsa, che rivisita in modo avvincente la sfida medievale.

Un tripudio di suoni e colori. Settecento rievocatori sfilano in abito storico per le vie cittadine insieme alle magistrature narnesi, moderne rappresentanti dei loro “alter ego” medievali: dal sindaco agli assessori, fino al parroco della cattedrale. Poi gli alfieri, con le insegne dei terzieri e delle parrocchie. E i gonfalonieri, gli uomini del Consiglio, i rappresentanti dei castelli e delle ville, le corporazioni…
Anno dopo anno, gli abiti sono sempre più fedeli a quelli trecenteschi, grazie a continue ricerche d’archivio e al confronto con le fonti. Fino alle concessioni alla rievocazione moderna, dai gruppi allegorici alle dame che mostrano gli anelli conquistati, ai cavalieri giostranti e ai milites con le loro famiglie.

La corsa moderna è l’apice dell’intera manifestazione. Una gara sportiva fra le più appassionanti d’Europa. Si corre lungo un percorso ellittico a forma di numero otto, o meglio di infinito, come la esaltante passione della sfida: due cavalieri di due diversi terzieri partono al galoppo, contemporaneamente dal centro, da due stalli in direzione opposta, per centrare un anello appeso a metà del rettilineo.
Tre anelli da prendere d’infilata, tre tornate. E tre cavalieri per ogni terziere. Una Corsa velocissima. Un brivido di emozioni. Accompagnate dai caldi e continui incitamenti di un pubblico entusiasta.
Al terziere vincitore va in premio un anello d’argento «perché ne vanti gloria per uno anno intero».

Lo scenario trecentesco avvolge la città per 18 giorni. E propone decine di eventi, ispirati dalla storia che riemerge anno dopo anno dagli statuti cittadini, dai documenti notarili e da tutta la documentazione storica scampata alla devastazione che il 17 luglio 1527 vide protagonisti i Lanzichenecchi che risalirono la Via Amerina dopo il brutale “Sacco di Roma”. Così il Medioevo narnese rivive con le benedizioni dei cavalieri, le Giornate Medievali, le ricostruzioni degli ambienti storici, gli spettacoli teatrali e musicali, le esibizioni di danza, le dimostrazioni di scherma storica, le mostre d’arte, le conferenze, i laboratori artistici e il mercato medievale. Con frequenti pause felici nei forni e nelle hostarie dei tre terzieri.

Patrizia Nannini
Presidente dell’Associazione Corsa all’Anello