Beccati questo!

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beccati-questoDue rivali in aperta campagna. Che si fronteggiano a cento metri di distanza l’uno dall’altro, come avversari in attesa dell’inizio del duello. Oggi, provati dal tempo, appaiono come giganti in disarmo, vecchi antagonisti dai connotati un po’ bizzarri. A cominciare dal nome.

Battezzate dai rispettivi artefici “Beccatiquesto” e “Beccatiquestaltro”, sono due torri al confine fra il territorio perugino e quello senese. Erette da uomini il cui senso dell’umorismo non veniva scalfito dalle ostilità che, nella seconda metà del Trecento, insanguinavano le due repubbliche confinanti.

La causa scatenante della costruzione della prima torre, “Beccatiquesto”, edificata dai senesi poco fuori la cittadina di Chiusi, non è ben documentata. Ma la replica dei perugini all’affronto subito non si fece attendere. Nel giro di un anno il torrione ottagonale toscano si vide ostruire la visuale verso l’Umbria da una massiccia costruzione in travertino, svettante da un poggetto situato a pochi metri dal confine con la repubblica nemica. Il nome della seconda torre era scontato: “Beccatiquestaltro”, tanto per non essere da meno neanche in fatto di toponimi.

Sfruttata principalmente come sede di una dogana pontificia, la torre di “Beccatiquestaltro” ha patito nel corso dei secoli, insieme alla sua vicina e rivale, innumerevoli vicissitudini e qualche gloria, fra le quali la maggiore è senz’altro quella di essere stata immortalata da Leonardo da Vinci nella “Veduta a volo d’uccello della Valdichiana”, una mappa disegnata fra il 1502 ed il 1503 e ora conservata negli archivi della Royal Library del castello di Windsor. E proprio nella mappa, le due acerrime nemiche sono state colte in un atteggiamento che i rispettivi costruttori avrebbero trovato quantomeno sconveniente: legate da un ponte che ne stravolge completamente i ruoli primari, convertiti da ostacoli a pilastri per il passaggio da una riva all’altra del fiume Chiana.

ValdichianaIl ponte doveva permettere il transito attraverso la vasta zona paludosa che era a quei tempi la Valdichiana. Dante Alighieri la ricorda come un luogo malsano ed insalubre, fonte di sofferenze equiparabili a quelle inflitte ai dannati nella decima bolgia infernale. Solo quando tutto il territorio sarà compreso nel dominio mediceo la Valdichiana verrà bonificata, grazie a una lunga serie di interventi di risanamento su progetti di insigni scienziati, fra i quali Galilei e Torricelli.

Oggi il ponte sul Chiana disegnato da Leonardo non c’è più, e le due torri segnano un confine regionale sfumato dall’intersezione di storie e leggende di frontiera. Si può seguire come un itinerario, un viaggio nella terra di mezzo con un piede in Umbria e uno in Toscana. Una volta perse di vista le antiche dogane non c’è modo di capire da che parte si è, tanto armonioso è il paesaggio e intricate le sue storie. Forse, il fascino della Valdichiana sta proprio in questo.

Daniela Querci

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